Una rete familiare tra le sponde dell'oceano.
Storia delle famiglie Zappettini e Olivieri.

Testo di Stefano Lanza

Per meglio capire Nicola Olivieri e la sua storia negli Stati Uniti è necessario ricordare che egli visse centoun anni e nove mesi, attraversando perciò nella sua vita l’ultimo decennio del XIX secolo e quasi tutto il XX secolo. Grazie alle interviste alla figlia Lucia Olivieri Grillo ed ad un articolo di giornale celebrativo del suo centesimo compleanno, abbiamo un quadro piuttosto preciso della vita di Nicola nel piccolo ambito di Stockton, Sonora, Culumbia,  Linden e delle evoluzioni economiche e sociali verificatasi durante i decenni.
Nick, come lo avrebbero poi chiamato negli Stati Uniti, emigrò nel 1904, all’età di 18 anni, per evitare di essere arruolato nell’esercito italiano e per cercare migliori condizioni di vita, avendo già negli U.S.A. un punto di riferimento, il fratellastro Pietro che l’aveva preceduto di qualche anno e si era stabilito con la famiglia a Sonora. Nei primi anni cambiò più mestieri: fu minatore nelle miniere d’oro, poi scalpellino in una cava di marmo ed infine artigiano in una fabbrica di telai per finestre. Questa attività frenetica ed una naturale parsimonia (non per nulla era un Ligure) gli consentirono di risparmiare denaro a sufficienza per iniziare la sua prima attività imprenditoriale; fu così che con il fratellastro acquistarono, nel 1912, l’ “Europa Hotel”, un misto tra albergo e pensione, che tennero fino al 1918 quando Pietro morì di febbre spagnola. Cedute le proprie quote alla cognata, Nick acquistò una piantagione di pere a Columbia, California per rivenderla quasi subito per comprare, assieme a Luigi Martini e Giuseppe Joe Podestà, 80 acri nella vicina Linden. Da lì non si sarebbe più mosso ed iniziò la costruzione della propria casa nel 1923. Accanto alla coltivazione di pesche, ciliegie e noci, piantò molti filari di viti per la produzione in proprio di vino ed installò un allevamento di galline da uova. Essendo molto orgoglioso della qualità dei propri prodotti, in breve divenne famoso nel comprensorio tanto che moltissime persone li prenotavano quando li portava, a dorso di mulo, allo “Zappettini Market” di Stockton. Il titolare del market, Giuseppe Zappettini, anche lui originario di Castiglione Chiavarese, sarebbe successivamente diventato suo cognato, avendo invitato Nick, durante il suo unico viaggio di ritorno in Italia per vedere la madre ormai anziana, a far visita alla sorella Maria Amelia che era ancora nubile. Evidentemente il progetto di Giuseppe andò a buon fine poiché Nicola e Maria Amelia, il 25 Gennaio del 1934, convolarono a nozze. A quel tempo Nick aveva 47 anni e Maria Amelia 29. L’unione tra le famiglie Olivieri e Zappettini allargarono i rapporti negli Stati Uniti  ad altri nuclei familiari come i Cogorno, attraverso le cugine figlie della sorella della madre di Maria Amelia, i Grillo, uno dei quali sposò Lucia, figlia di Nick e Maria Amelia, i Porcini, grazie a due cugine di Adele, moglie di Giuseppe Zappettini, i Martini, uno dei quali sposò una delle Porcini, Antonio Olivieri, fratello minore di Nick ed emigrato subito dopo,  che sposò Gioconda, che lavorava nell’Hotel Europa di Alessandro e Aronne Zappettini, avendo da lei due figli, Giorgio e Lina,  i Precissi, anch’essi emigrati dal genovesato e legati agli Zappettini, i Lagomarsino ed i Sambado attraverso altri legami matrimoniali.
I cognomi chiaramente evidenziano una comune provenienza ligure ma emerge soprattutto il desiderio, forse l’esigenza, di aprirsi ad una nuova realtà mantenendo e creando, quasi come una difesa, un legame con persone che abbiano dentro di sè le stesse tradizioni e la medesima mentalità.
Nick e Maria Amelia ebbero due figli, Lucia, la maggiore, e Guido.
La vita della famiglia proseguì serena e tranquilla dal punto di vista economico, ma purtroppo fu successivamente contrappuntata da due eventi luttuosi che segnarono l’animo di Nick: la morte di cancro, nel 1977 all’età di 38 anni, del figlio Guido e la dipartita della moglie Maria Amelia, due anni dopo a 73 anni.
Nonostante ciò, benché già molto avanti negli anni, Nick non perse la passione di coltivare il suo terreno ed il suo giardino, ma soprattutto mantenne intatto il suo senso dell’humor, come quando, dopo aver ricevuto una cartolina augurale per i suoi cento anni dalla Casa Bianca a firma del Presidente Reagan,  disse ai suoi cari:”Oh ragazzi, sto per diventare centenario. Ma come fa il Presidente a sapere che è il mio compleanno?” facendo finta di ignorare che erano stati i suoi parenti a segnalare l’evento all’ “Ufficio Ricorrenze della Presidenza”.

I luoghi negli Stati Uniti che hanno caratterizzato la vita di Nicola Olivieri e Maria Amelia Zappettini

Come per molti altri emigranti provenienti dalla Liguria e più specificatamente dalla provincia di Genova, anche il percorso di Nicola Olivieri all’interno degli Stati Uniti presentava delle caratteristiche comuni a quello dei molti altri che lo avevano preceduto. Forse il desiderio di trovare un clima simile a quello della terra natale, forse, provenendo da una realtà contadina, la speranza di poter continuare a fare in un nuovo paese ciò che si sapeva già fare in patria, spinse molti emigranti liguri verso la California.
Nicola Olivieri, pur avendo cambiato molti mestieri, dopo lo sbarco ad Ellis Island, intravide solo, durante il viaggio in treno verso la California, New York, Chicago e San Francisco. Il suo mondo era circoscritto, così come gli era accaduto a Castiglione Chiavarese e località limitrofe, ad un territorio geograficamente limitato e che aveva come confini  Stockton, Sonora, Columbia e Linden. Lì lui visse con la moglie e crebbe i suoi figli i quali, all’interno di quella piccola realtà, vissero e crebbero a loro volta i loro figli. L’intervista alla figlia Lucia Olivieri Grillo evidenzia come mai, in nessun momento, né Nicola né la moglie Maria Amelia né i loro discendenti abbiano mai desiderato allontanarsi da una realtà di paese che forse, per dimensioni e  radicate relazioni lavorative e sociali ricordavano la vita del paese di origine.

 

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